… Lo scenario descritto dalla teoria della sintropia, per riassumere, è il seguente: a livello macrocosmico domina la legge dell’entropia, che porta alla dissoluzione di ogni struttura, sistema organizzato e forma di complessità; l’entropia tende a disfare, a passare dal complesso al semplice. A livello atomico, invece, esisterebbe anche la legge della sintropia: la vita si alimenterebbe di questa energia convergente che gli organismi preleverebbero dal livello quantistico. Ma come fa la sintropia a passare dal livello atomico al livello macrocosmico? Per rispondere alla domanda Fantappié si rifà al lavoro di Wolfgang Pauli, il quale aveva scoperto che la molecola dell’acqua ha una proprietà particolarissima: gli atomi di idrogeno, sospesi tra il livello microscopico e macroscopico, formano un ponte, chiamato ponte idrogeno, che permette alla sintropia di passare da un livello all’altro. Per questo l’acqua si comporta in modo diverso dagli altri liquidi: quando congela, per esempio, invece di addensarsi e affondare si espande e galleggia. …
… Da siffatte premesse emerge un modello che tende a coincidere in modo sorprendente con quello di Teilhard de Chardin: la vita, più che essere causata, sarebbe guidata da attrattori già presenti nel futuro. Alcuni biologi hanno fatto studi interessanti al riguardo. Uno di questi è Rupert Sheldrake, il quale ha scoperto che se si insegna ad alcuni topi a risolvere un determinato problema, tutti gli altri topi appartenenti alla stessa specie imparano a risolvere prima e meglio il medesimo problema; l’informazione, a quanto sembra, passerebbe da individuo a individuo su scala planetaria. Sheldrake spiega il fenomeno con il fatto che gli individui di una stessa specie sono accomunati da un attrattore comune che opera da ponte, fa passare l’informazione.
Sulla base di questa idea si può ipotizzare che nel futuro sia già presente un attrattore-uomo verso il quale stiamo convergendo, evolvendo. Non si tratterebbe di un’evoluzione attraverso prove ed errori, come vuole Darwin, perché esisterebbero due livelli di evoluzione, una microevoluzione e una macroevoluzione. La microevoluzione può funzionare per prove ed errori, ma non conduce a salti significativi; porta semmai ad adattamenti fini. La formazione di strutture complesse sarebbe invece guidata dagli attrattori che retroagiscono attraverso le emozioni; queste strutture, vale a dire, esisterebbero già nel futuro. Sarebbero insomma dei segnali di tipo emozionale a guidarci verso un’evoluzione vantaggiosa.In occidente, purtroppo, si guarda alle emozioni come a qualcosa di negativo, da tenere a bada, persino da soffocare. Ma il neurofisiologo Antonio Damasio, che ha lavorato su pazienti con deficit decisionale, in grado cioè di rispondere a quesiti logico/matematici ma incapaci di fare scelte vantaggiose per la propria vita, ha scoperto che spesso questi pazienti hanno lesioni ai lobi frontali che inibiscono le emozioni.
Sarebbe la carenza emotiva, che rende chi ne soffre inaffidabile, scostante, incapace di manifestare affetto, a produrre questi deficit decisionali. Secondo la teoria di Fantappié esisterebbero decisioni di due diversi tipi: quelle di carattere logico/matematico, che prendiamo basandoci su ciò che sappiamo, e le decisioni che orientano la nostra esistenza, guidate delle emozioni. Fantappié identifica questo punto omega, o attrattore, con l’energia dell’amore. Quando sentiamo qualcosa che ci attira lo percepiamo come amore; se abbiamo una buona relazione con la sintropia avvertiamo una sensazione di calore nella zona cuore/plesso solare, sperimentiamo ciò che sia Fantappié sia Teilhard definiscono un vissuto d’amore; se al contrario non siamo in sintonia con la sintropia sperimenteremo un vissuto d’angoscia, con sensazioni di gelo, aridità, infelicità.
Le proprietà della sintropia sono per diversi aspetti controintuitive. Si potrebbe pensare, a esempio, che il convergere porti la persona alla contrazione, alla scomparsa, all’annichilimento, e invece accade esattamente il contrario: è quando divergiamo che andiamo verso la dissoluzione, verso un tutto omogeneo, mentre quando convergiamo aumenta la complessità del sistema e l’individuo diventa più forte e capace di maggior comunione con il prossimo; unità/comunione, complessità e differenziazione sono in qualche modo legate. Entropia e sintropia, dal canto loro, sono complementari, fanno parte della medesima equazione e rappresentano pertanto un’unità; non possiamo dire, con visione manichea, che l’entropia sia male e la sintropia bene. Esiste una interazione costante tra queste due polarità: noi preleviamo energia attraverso la sintropia, ma più di tanto non possiamo acquisirne, a un certo punto dobbiamo rilasciarla; nel metabolismo c’è una fase di costruzione della struttura e una fase di distruzione, c’è insomma un continuo fare e disfare. … (Marco Galloni)